Roberto Pegorini

Non Sparare


Marco Polenghi ha 63 anni, lavora in una tipografia dove sposta bancali, è solo, non ha amici, non ha una vita sociale e da anni convive con un segreto. Gli unici contatti li ha con un tenente dei carabinieri in congedo alcolizzato che saltuariamente gli dà il tormento.
Nulla sembra scuoterlo dalla sua apatia e indifferenza, quando un giorno un collega più giovane lo avvicina, lo chiama Nebbia e gli dice di essere a conoscenza del suo segreto. Marco nega, cerca di evitarlo, ma alla lunga dovrà fare i conti con il suo passato. Già, perché il Nebbia è stato un militante delle Brigate Rosse, ha trascorso trent'anni in galera e ora si trova nella delicata posizione di persuadere alcuni ragazzi, tra cui la giovanissima Manuela, a rinunciare all'idea di riportare in auge la lotta armata senza per questo rinnegare il suo passato.

In Non sparare, Roberto Pegorini con un linguaggio potente ci porta tra le vicende terroristiche segnate dalle Brigate Rosse negli anni ’70 confrontandole con la realtà contemporanea smarrita e affamata di giustizia e valori.

Marco Polenghi è un ex brigatista. Ha scontato la sua pena e oggi vive nell’anonimato, immerso in una routine fatta di abitudini noiose ma rassicuranti, l’unica pace possibile a sessant’anni suonati. Ma il passato non dimentica. Un giorno, un collega scopre la sua vera identità. Lo chiama “Nebbia” e lo avvicina con fare ambiguo: lo corteggia, lo provoca, vuole riportarlo tra le fila di un movimento brigatista che, nell’ombra, sta rinascendo.

Con uno stile ricco e vibrante, Pegorini dà vita a una trama che avvince non solo per l’intreccio narrativo, ma soprattutto per la sua forza emotiva. La conoscenza profonda degli eventi di un’epoca drammatica, in cui la lotta tra bene e male sembrava consumarsi nei poligoni della storia, emerge in ogni pagina. Ma ciò che rende questo romanzo davvero unico è lo sguardo “umano” con cui l’autore racconta ciò che spesso è stato ridotto a cronaca o ideologia.

Come sempre, l’amore trova spazio tra le righe grazie alla sensibilità dell’autore, che introduce con naturalezza temi delicati, trattati con rara maestria. Leggendo, si incontrano valori potenti: fiducia, promesse, amore, coraggio… Ma anche la deriva di vite svuotate, sacrifici inutili, giovani spezzati da ideali più grandi della comprensione umana.

Non sparare è un invito a rileggere la storia attraverso le emozioni. Un romanzo che ci permette di esplorare angoli nascosti dell’animo umano, restituendo profondità a eventi e persone spesso lasciati ai margini.

I personaggi camminano su un filo teso tra passato e presente, tra redenzione e tentazione, e proprio questa tensione tiene viva la suspense, senza mai farla sfumare. Vivono, sbagliano, amano, cadono… e trascinano il lettore dentro ogni singola emozione.

Milano è più di un’ambientazione: è protagonista. Si racconta attraverso le pedalate solitarie di Marco tra le sue vie immense, anche contromano. Si ritrova in un vecchio bar, rifugio di una “vecchia guardia” stanca ma presente. E si respira nei frammenti di esistenze che hanno conosciuto il frastuono degli spari e oggi provano a dimenticare.

Ancora una volta, Roberto Pegorini firma un romanzo eccellente. Non si limita a sfiorare la perfezione: con Non sparare, la raggiunge.

Buona lettura!