Antropocene Horror di Fabio Malagnini è un saggio che indaga su come il cinema horror contemporaneo sia uno specchio delle paure ambientali legate all’Antropocene - l’epoca in cui l’impatto umano sulla Terra raggiunge livelli geologici. L’autore analizza decine di film, dai classici agli horror sperimentali, offrendo una doppia lettura: da un lato una guida ragionata alle pellicole più iconiche, dall’altro una riflessione critica su ciò che queste rivelano del nostro rapporto conflittuale con la natura e la sua infinita potenza.
Che cos’hanno in comune un virus letale, un animale impazzito, un ecosistema al collasso e una creatura mostruosa? In apparenza, tutto questo fa semplicemente parte di un buon film horror. Ma secondo Fabio Malagnini, autore di Antropocene Horror, c’è molto di più: dietro ogni brivido, si nasconde un messaggio. Ed è un messaggio che riguarda tutti noi.
Con uno stile diretto e coinvolgente, Malagnini ci porta tra le pieghe più cupe del cinema dell’orrore per mostrarci come il genere - troppo spesso liquidato semplicemente come “di intrattenimento” - sia in realtà una lente potentissima per leggere le paure del nostro tempo. L’epoca in cui viviamo, l’Antropocene, è segnata dalla presenza invasiva dell’essere umano sul pianeta, e il cinema horror lo racconta meglio di qualsiasi telegiornale.
In questo saggio, tra riferimenti filosofici e una filmografia vasta e variegata, troviamo mostri, mutazioni, catastrofi naturali, ecosistemi che si ribellano. Ogni storia, ogni creatura, sembra volerci dire che non siamo più al centro dell’universo, che qualcosa si è incrinato. Antropocene Horror è, in questo senso, un libro che fa riflettere, ma anche un catalogo appassionante per chi ama il cinema e vuole guardarlo... osservarlo da una prospettiva nuova.
Focus:Analisi tematiche e sottogeneri: dai folk horror (es. The Wicker Man) al body horror, passando per eco-vengeance e animal horror con film come The Birds o The Last Winter .
Approccio teorico: il libro mescola cinema, filosofia, ecologia e sociologia (citazioni di Derrida, Deleuze, Haraway) per contestualizzare l’immaginario horror nell’attuale crisi climatica .
Struttura solida: sette capitoli tematici che vantano una ricca filmografia e contesto teorico, offrendo un quadro organico del rapporto tra orrore e collasso ecologico.
Perché leggerlo:
Offre una prospettiva nuova e attuale sul cinema horror, ben oltre il semplice intrattenimento. Perfetto per chi ama il genere e cerca una riflessione più profonda sulla cultura e la crisi climatica. Strumento utile per cinefili, studenti o insegnanti interessati a collegamenti tra ecologia e immaginario cinematografico.
Se ti appassionano i film dove mostri, mutazioni o animali furiosi raccontano una verità più grande e ancora: la fragilità del nostro pianeta e le colpa dell’uomo, questo saggio è una lettura illuminante. Un invito a rivedere l’horror come genere di denuncia ambientale.
Perfetto per le vostre visioni estive tra cinema e attivismo!
Buona lettura!
Si ringrazia il Covo de iDobloni per la gentile concessione.