Zygmunt Miloszewski

Il citofono


Grazie alla recensione di una cara amica libraia, ho avuto la fortuna di scoprire e leggere questo straordinario romanzo: 360 pagine che ho divorato in appena cinque giorni, trascinato da un’onda letteraria che richiama la potenza narrativa di King e le suggestive atmosfere dell’Est europeo. Un’esperienza che difficilmente dimenticherò.

È un libro che sfiora la perfezione: un vero capolavoro, capace di suggestionare fino a far tremare, di inquietare e ammaliare nello stesso istante. La scrittura è curata in ogni dettaglio, ricca di particolari e priva di sbavature, ma soprattutto possiede quella rara magia che avvolge il lettore, lo cattura e lo costringe a diventare protagonista della storia, senza alcuna possibilità di fuga.

Tutto conquista: le ambientazioni vivide e palpabili, i personaggi intensi e tridimensionali, le vicende che si intrecciano come fili in un arazzo, e persino i racconti che si annidano dentro altri racconti, amplificando il mistero. La trama è intessuta con tale precisione da risultare quasi tattile, capace di risvegliare tutti e cinque i sensi e di renderli complici dell’esperienza narrativa.

In questo scenario, gli abitanti di un condominio si ritrovano intrappolati in un incubo dal quale sembra impossibile uscire. Mentre i drammi personali si intrecciano e si scontrano, riaffiora il male, radicato in un passato irrisolto, che cresce e si espande fino a soffocare ogni spiraglio di luce. E sarà proprio in questo scontro tra ombre e speranze che emergeranno alleanze, vittime, atti di libertà e forse, un barlume di riscatto.
L’autore
Zygmunt Miłoszewski (Varsavia, 1976) è uno dei più noti scrittori polacchi contemporanei, apprezzato a livello internazionale per i suoi romanzi gialli e thriller psicologici. Ex giornalista e sceneggiatore, ha conquistato critica e pubblico grazie alla celebre trilogia che ha come protagonista il procuratore Teodor Szacki, tradotta in oltre venti lingue e premiata in diversi paesi europei.

Lo stile narrativo
Miłoszewski unisce l’accuratezza del giallo classico a una scrittura intensa e realistica, capace di scavare nell’animo umano con precisione chirurgica. Le sue opere alternano momenti di tensione serrata a riflessioni profonde sulla società, la memoria storica e i conflitti interiori dei personaggi. Atmosfere cupe, dettagli vividi e un ritmo narrativo sempre incalzante rendono la sua prosa riconoscibile e magnetica, in grado di suggestionare e avvolgere il lettore fino all’ultima pagina.

Un romanzo questo, che non si limita a essere letto, ma che si vive, si respira e si soffre. Con la sua penna affilata, Zygmunt Miłoszewski ci ricorda che il vero orrore non è mai lontano: abita dentro di noi, nei silenzi del passato e nelle ombre che rifiutiamo di guardare.

Buona lettura!