Roberto Pegorini

Nel fondo più profondo


Tutto comincia da Cuore Apolide, poi arriva La tela del ragno e, infine con Nel fondo più profondo, Roberto ci riporta nell’universo narrativo di Fabio Salvi, Marika e del gruppo di agenti ormai entrati nel cuore dei lettori. Questa volta ci spostiamo nelle Marche, a Osimo, dove i protagonisti si trovano - anche se non ufficialmente - a indagare sull’omicidio di Lucia, cugina di Laura. Il corpo della giovane viene ritrovato in un campo, in una posizione che fin da subito solleva dubbi inquietanti e domande senza risposta.

Roberto ci ha abituati a trame noir dal fascino cupo e seducente, dove le ombre dell’anima si intrecciano con sentimenti intensi, legami d’amicizia forti ma spesso messi a dura prova, e vicende personali complesse. In questo nuovo capitolo, questi elementi si fondono con una solida struttura crime (che non dispiace affatto) che dona ritmo, tensione e una profondità emotiva ancora più avvolgente.

Lo stile narrativo è, come sempre, raffinato e sapientemente costruito: le verità si nascondono tra le righe, celate dietro svolte inattese e vicoli narrativi che deformano la realtà, alimentando il mistero e tenendo viva la curiosità del lettore.

La trama è una mappa intricata di eventi suggestivi e momenti introspettivi che si susseguono senza mai annoiare. I luoghi - già suggestivi per loro natura, sono splendidamente descritti e magnificamente utilizzati - non sono semplici luoghi, ma diventano protagonisti silenziosi, quasi cinematografici, capaci di esaltare ogni colpo di scena e dare tridimensionalità all’intera storia.

Ancora una volta, Roberto Pegorini ci regala una narrazione avvincente e intensa, alla quale ormai non possiamo più rinunciare. Ci ha reso felicemente dipendenti dalle sue storie - e noi non potremmo esserne più contenti. 

Buona lettura!