S.J. Naudé

Padri e fuggitivi


Acclamato dalla critica letteraria e accolto con entusiasmo nel panorama narrativo contemporaneo, Padri e fuggitivi è un romanzo intenso e raffinato, dal volto profondamente cosmopolita.

l protagonista, Daniel — scrittore sudafricano omosessuale residente a Londra — è un uomo la cui esistenza è segnata da incontri capaci di deviare il corso, e persino il senso, della sua vita. Tutto ha inizio durante una mostra d’arte, dove conosce Yugo e Oliver, due uomini serbi che lo condurranno a Belgrado, in un universo ambiguo e disturbante. Qui Daniel si ritrova immerso in dinamiche tanto assurde quanto plausibili, esperienze che lo segneranno nel profondo.

Il ritorno a Città del Capo, necessario per prendersi cura del padre malato, non rappresenta un momento di quiete, ma l’inizio di un nuovo scossone esistenziale: l’incontro con un cugino dimenticato e l’ombra costante di un passato irrisolto. Ma la traiettoria di Daniel non si arresta: un nuovo colpo di scena lo porterà fino in Giappone, e poi di nuovo in Sudafrica. È un viaggio fisico e interiore, fatto di luoghi, emozioni, incontri e frammenti di sé.

Con uno stile incisivo e a tratti brutale, Naudé affronta temi complessi e profondamente attuali: l’identità (di genere e culturale), i legami familiari, il razzismo e la malattia. Il romanzo si sviluppa come un vero e proprio viaggio di formazione, in cui i rapidi cambi di scenario e di atmosfera non compromettono mai la coerenza della narrazione, né la traiettoria emotiva del protagonista.

Padri e fuggitivi è un concentrato di emozioni contrastanti: solitudine, nostalgia, inquietudine, ma anche tenerezza e desiderio di connessione. La scrittura, essenziale e spesso ridotta all’osso nei dialoghi, crea un effetto di sospensione, quasi straniante, in cui il lettore viene risucchiato. L’atmosfera richiama il kafkiano, il surreale, con sfumature di thriller psicologico dove l’azione è minima ma il peso emotivo è massimo.

Attraverso Daniel — figura solitaria, apparentemente fredda e distaccata — Naudé esplora lo spazio interiore dell’individuo: i luoghi dell’appartenenza, della perdita, della nascita e della morte. Ci invita a confrontarci con ciò che spesso preferiremmo evitare: il senso di abbandono, la malattia, la fine, e soprattutto noi stessi.

Padri e fuggitivi non è un romanzo che intrattiene nel senso tradizionale del termine. È un testo che scuote, che pone domande, che costringe a pensare.
E in questo risiede tutta la sua potenza.

Buona lettura!