Un romanzo di formazione intenso e raffinato, intriso di mistero e sensibilità. L’arte sconosciuta del volo è un vortice narrativo dove la vita sfiora la morte, i silenzi parlano più delle parole, e i luoghi diventano emozioni pronte a essere vissute. Enrico Fovanna racconta un’infanzia segnata da traumi e bellezza con una delicatezza rara, intrecciando magistralmente la crescita personale al mistero che scuote una comunità.
Siamo nel cuore delle montagne piemontesi, in un paese sospeso tra quiete e inquietudine. L’infanzia di Tobia viene segnata da un evento sconvolgente, che segnerà il suo cammino ben oltre l’infanzia e gli anni dell’adolescenza. Anni dopo, ormai adulto e medico legale a Milano, una telefonata lo richiama nei luoghi da cui aveva cercato di fuggire. Ma il passato, si sa, non si lascia chiudere a chiave.
Fovanna, giornalista e scrittore, costruisce la narrazione su due piani temporali — il passato degli anni ’60 e un presente carico di domande in sospeso e situazioni irrisolte — intrecciando ricordi, misteri e legami emotivi. Come una matrioska, il romanzo racchiude al suo interno più storie, più vite, che si rincorrono e si rispecchiano in una struttura narrativa solida e profondamente umana.
Seguiamo Tobia attraverso le sue trasformazioni interiori: l’evoluzione dei sentimenti, l’elaborazione della colpa, i trambusti emotivi. E lo ritroviamo adulto, fragile e disilluso, ma ancora capace di interrogarsi e mettersi in discussione, tra nostalgia e desiderio di verità.
Il ritmo, mai affrettato, segue una clessidra emotiva che consente al lettore di assaporare ogni dettaglio: la natura attorno a Premosello, le amicizie, l’amore per Carolina, i giochi con padre Camillo, la pesca col padre, le stranezze di Lupo, il “matto” del paese. Tutti elementi che costruiscono il fragile equilibrio di un’infanzia impossibile da dimenticare e che torna prepotente, descritta da Fovanna con profondità, rispetto e poesia.
Attraverso il dolore precoce, l’autore scava nei sensi di colpa, nei traumi, nel distacco e nella distanza affettiva. E lo fa prendendosene cura: ogni ferita è raccontata con attenzione e misura, senza mai cadere nel patetico o nel compiacimento.
Tobia e Carolina sono i custodi di un amore puro, delicato, capace però di farsi forza adulta. Sono personaggi che gridano innocenza e fragilità, ma anche tenacia e desiderio di riscatto. Fovanna affida a loro il cuore pulsante di una parte importante della narrazione: la possibilità che anche ciò che è spezzato possa, in qualche modo, tornare a volare dentro se stessi. .
In quello che è un piccolo pianeta, Premosello, incastonato tra montagne e laghi, il mistero non è solo espediente narrativo, ma lente d’ingrandimento sull’animo umano e sulla società di quegli anni: paure, sospetti, pregiudizi, ma anche gesti di solidarietà e amicizia. Il giallo diventa così lo specchio di un’intera comunità.
Il tempo, in questo romanzo, non è solo lo sfondo degli eventi: è protagonista. Agisce come memoria, riflessione, lente attraverso cui leggere il presente. È il filo che lega emozioni e accadimenti, che riapre ferite e, a volte, prova a guarirle.
Montagne, boschi, laghi e città: ogni luogo vibra di vita propria. Grazie alla penna poetica e profondamente evocativa di Fovanna, gli spazi diventano essi stessi personaggi, capaci di accogliere, confondere, raccontare. La natura, spesso in contrasto con il dramma umano, amplifica l’intensità emotiva del racconto.
L’arte sconosciuta del volo è un romanzo che accarezza i ricordi, illumina l’infanzia e fa brillare l’amore come possibilità di rinascita. È una storia che si legge con il cuore aperto: un omaggio alla memoria del passato, alla fragilità e alla forza di chi, nonostante tutto, sceglie di volare ancora.
Buona lettura!