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Tira molla e messèda
Paola Varalli

Gira che ti rigira… Tira molla e mescola… Un modo di dire meneghino (Figura teatrale nel tempo divenuta maschera carnevalesca milanese) che vuol dire: girarci intorno. Ed è proprio su questo concetto che si basa il punto cardine di questa deliziosa storia intessuta in un'affascinante Milano anni 80.
Attraverso le avventure dei suoi protagonisti ho allegramente e con anche un po' di nostalgia ripercorso le vie antiche di Milano e riassaporato le immagini stantie di quei bar di un tempo.
In questo particolarissimo giallo, un personaggio riceve via posta una musicassetta dal contenuto bizzarro e apparentemente inutile. Così il gruppo formato dal virile gommista Mario, l’idraulico Pino, la buttafuori Eddy e il barista Villiam si imbattono in una serie di avventure per cercare di risolvere questo mistero.
Ogni aspetto di questo racconto è davvero sublime: le frasi in dialetto milanese, le strade e le caratteristiche case di ringhiera, i modi di dire e di fare di quel periodo e ancora... le relazioni tra le persone in una società che di lì a qualche anno cambiava radicalmente. Tutto è raccontato in maniera tale che la storia scorre piacevolmente, divertendo ed emozionando il lettore. Dialoghi semplici ma geniali. Personaggi ambigui ma simpaticissimi, attori in una città che adoro da quando avevo 10 anni.
Pochissime volte ho trovato in un giallo un doppio colpo di scena così… bello. Teatrale. Alla fine mi è venuto voglia di un “niente” al bar di Viliam.
Buona lettura.

Salvatore Sconzo

Storie della serie Cremisi
Lucio Besana

Prima di varcare tutti i confini di ogni racconto bisogna davvero prepararsi in maniera adeguata. Ogni racconto racchiude tanta fantasia tanta quanta se ne può immaginare via via che le pagine scorrono. Credo che in pochi, oltre George Orwell siano riusciti ad unire in maniera così sublime i generi letterari più misteriosi e disturbanti della letteratura. Quì il Gotico si lega al distopico e si fonde al weird alimentando curiosità, fantasia e paura. Entrando, il libro si espande e diventa un’affascinante allegoria dove i protagonisti sono: il Teatro della scena rossa, La città itinerante, i Crateri neri di Subotica, i misteriosi Becchini e la Matamonia di Esagro Noroi.
Buona lettura.

Salvatore Sconzo

Una lettera per Sara
Maurizio Di Giovanni

Poche righe in una lettera nascosta in un vecchio libro venduto e poi riacquistato. Una lettera finita per caso nelle mani di Sara che, inconsapevolmente diventata testimone di un fatto che se rivelato porterebbe alla luce quei segreti che distruggerebbero diverse carriere. Un racconto avvincente “vissuto” da personaggi brillanti. Una trama che emoziona in ogni suo passaggio e che culmina con un colpo di scena lasciando il lettore col sentore che il proseguo sarà carico di vicende di cui si è ormai dipendenti.
Buona lettura.

Salvatore Sconzo

I cura cari
Marco Annicchiarico

Attraverso questa storia che appare quasi senza cronologia, si imparano molte cose e tante altre se ne perdono. Si impara a sopportare, a tollerare e ad amare più di quanto spesso possiamo immaginare. Leggendo ci si ritrova come ombre sulle vicende più intime di Lucia e Marco. Ma anche di Sebastiano e Marta, la zia Lina e tante altre persone e personaggi e, non sai se ridere o piangere o semplicemente commuoverti. Queste vite raccontate usando le parole si trasformano in saggezza, in suggerimenti. È una lezione, ma è sopratutto poesia. Cosa accade a chi cade nella demenza senile? Come si trasforma chi viene aspirato nel vortice colorato dell’Alzheimer? A chi bisogna rivolgersi? Agli amici? Ai parenti? Alle associazioni? Alle amministrazioni pubbliche? Il fatto è che comunque vadano le cose da lì non si torna indietro e bisogna adattarsi al nuovo linguaggio, è necessario vedere ciò che sembra inimmaginabile e infine bisogna prepararsi a vestire la nuova vita da curacari. Un abbraccio a tutti gli Gli Smemorati di Via Padova
Buona lettura.

Salvatore Sconzo

Odio l'estate - Afa e delitti a Milano
Autori vari

Quattro racconti scritti da: Giorgio Maimone, Davide Pappalardo, Paola Varalli Riccardo Besola, Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone, ambientati in un ciclo di estati diverse. Tutte afose e asfissianti ma che, malgrado il caldo umido che contraddistingue questa metropoli gli autori riescono a “rinfrescare” con la sublime capacità di narrare quattro storie una più bella dell’altra. Dalle atmosfere anni ottanta del Bar William di Paola Varalli e i magnifici protagonisti impegnati nella risoluzione di un puzzle misterioso che pare manchi sempre un pezzo, fino ad una incredibile catena di eventi che lega i destini di più disparati personaggi di una Milano forse poco conosciuta. E ancora: l’indagine del commissario Russo che negli anni 70 indaga tra la città e la cascina, la campagna è uno strano caso tutto da individuare e scoprire. E poi, il Marlon… un cadavere che negli anni 60 sparisce tra Milano e la Liguria. (Mi ha un po’ ricordato la finestra di fronte del grande Hitchcock). Una lettura veloce, divertente che dall’oscurità del mistero fuoriesce una Milano davvero fantastica. Caldo a parte..
Buona lettura.

Salvatore Sconzo

Il citofono
Zygmunt Miłoszewski