Un libro che mantiene la promessa: raccontare l’amore nella sua forma più sincera, fragile e universale.

di Salvatore Sconzo

Polveri sottili
di Gianluca Nativo
Mondadori Editore
In amore c’è sempre chi fugge e chi rincorre. E forse chi corre non fa altro che cercare, tra le polveri leggere della vita, un appiglio solido capace di offrire certezze e quiete. È questa la tensione che attraversa le pagine di Polveri sottili, romanzo di Gianluca Nativo che racconta il legame tra Eugenio e Michelangelo, due ragazzi napoletani divisi tra desiderio, fragilità e la continua ricerca di un equilibrio possibile.

Non servono dichiarazioni esplicite: sono i gesti, le attenzioni, la delicatezza di un abbraccio a parlare. L’amore si muove così, nel non detto, tra Napoli, Londra e Milano, in un percorso che riflette la giovinezza: una bussola che trema, tra sogni professionali e tempeste sentimentali.

La scrittura di Nativo è limpida, diretta, capace di dare corpo a una quotidianità fatta di amori passeggeri, flirt improvvisi e incontri che bruciano in fretta ma lasciano un segno. L’autore non teme di mostrare la fragilità dei sentimenti e la loro forza, quell’illusione – tipica di una certa età – che l’amore possa riscrivere le regole del mondo.

L’appartamento malridotto che diventa castello, i baci rubati che sembrano eterni, le sirene che minacciano la stabilità di un legame: tutto vibra nella scrittura di Nativo, restituendo la bellezza di ciò che resta anche quando sembra destinato a sgretolarsi.

Polveri sottili è un romanzo che parla di giovinezza, orientamento, desiderio di libertà, accettazione e ricerca di felicità. È un racconto di vita che non vuole insegnare, ma respirare: pagina dopo pagina, il lettore si muove al ritmo dei suoi protagonisti, ne condivide i battiti, le esitazioni, le cadute e i voli.

Nel cuore di una Napoli che pulsa, si sporca, ama e si nasconde, Polveri sottili è un romanzo che racconta la giovinezza come un campo di battaglia tra desideri e limiti, tra sogni che sembrano troppo grandi e realtà che stringe sempre troppo forte.

Il protagonista è un ragazzo in cerca di respiro, di spazio, di identità. Tra amicizie fragili, famiglie complesse e amori non detti, la sua voce si fa cronaca emotiva di una generazione sospesa: quella che ha ereditato un mondo già saturo e tossico, eppure ancora capace di bellezza.

Con una scrittura sincera, poetica e mai compiacente, Gianluca Nativo ci accompagna in una storia dove le “polveri sottili” non sono solo quelle dell’aria, ma anche quelle che ci abitano dentro.

Gianluca Nativo?Nato a Napoli nel 1991, è scrittore, sceneggiatore e regista. Laureato in discipline cinematografiche, ha lavorato per il teatro e il cinema prima di approdare alla narrativa. Polveri sottili è il suo esordio letterario, edito da Mondadori, e ha subito attirato l’attenzione per la sua voce autentica e profondamente radicata nel presente.Con uno sguardo intimo ma politico, Nativo esplora temi come il corpo, l’identità e l’appartenenza, dando voce a chi spesso resta ai margini del racconto dominante.

Buona lettura.

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