di Salvatore Sconzo
Katie
di Micahel McDowell
Ci sono romanzi che si leggono come si attraversa una strada buia: a ogni passo il cuore accelera, il respiro si fa attento, e il mondo attorno appare più duro, spoglio, senza filtri. Katie di Michael McDowell è uno di questi.
La storia affonda le radici in un’America povera e feroce, segnata da miseria materiale e da un’ignoranza che diventa barriera invalicabile, terreno fertile per superstizioni, sospetti e odi ciechi. È in questo contesto che emerge la figura di Philo (Philomena), simbolo di resistenza e di riscatto, una protagonista che non si lascia piegare dalla violenza dell’ambiente ma che si nutre della propria determinazione, quasi fosse un filo teso controvento.
Accanto a lei si muove Katie, enigmatica e oscura, capace di suggestionare e ingannare, tanto da far credere di possedere poteri da veggente. E qui sta una delle magie narrative di McDowell: la sua scrittura è così potente da indurre anche il lettore a sospendere l’incredulità, a credere per un momento che Katie sia davvero investita di forze oscure, come se l’illusione non appartenesse solo ai personaggi, ma si propagasse fuori dalle pagine.
McDowell costruisce un romanzo fatto di contrasti: la sete di vendetta che divora, la solitudine che avvelena, l’odio che separa e al tempo stesso lega i destini dei personaggi. Tutto è attraversato da una domanda che ritorna, silenziosa e insistente: quanto del nostro cammino appartiene al libero arbitrio, e quanto invece è scritto dalla cecità delle condizioni sociali in cui nasciamo?
Lo stile dell’autore è cupo, asciutto, implacabile. Non concede fronzoli né vie di fuga... liriche: le parole sono scabre come pietre, la narrazione avanza con una secchezza che rende i drammi ancora più taglienti. Rispetto ad altre sue opere, qui la crudezza si fa quasi cronaca, come se McDowell volesse non tanto raccontare una storia, quanto incidere sulla pelle del lettore la durezza della realtà.
Un merito particolare va a Neri Pozza, che con coraggio e passione ha riportato in vita i romanzi di un autore straordinario, troppo a lungo dimenticato, e che molti conoscono soltanto come colui che ideò il soggetto cinematografico di Nightmare Before Christmas di Tim Burton. Ma McDowell è molto di più: è un narratore che sa rendere il lato oscuro dell’esistenza palpabile, quotidiano, inevitabile.
Katie è dunque un viaggio dentro il buio, un affresco di anime ferite che cercano, ciascuna a modo proprio, di non soccombere. Un libro che ci costringe a guardare negli occhi il dolore e la miseria, ma che, nella forza dei suoi personaggi, lascia intravedere anche la possibilità di resistere.
Buona lettura!
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